L’evoluzione dell’Interfaccia uomo-macchina, in inglese nota con l’acronimo HMI ovvero Human Machine Interface, ha subito una forte accelerazione negli ultimi anni grazie allo sviluppo e diffusione di dispositivi mobili, soprattutto gli smartphone. Le tecnologie touch sono sicuramente l’applicazione più diffusa della HMI, ma dal 2018 in poi si sono susseguite altre importanti tecnologie come le interfacce conversazionali, ovvero le interazioni vocali con i device, e le tecnologie di realtà aumentata (AR) e virtuale (VR). 

Il rapido sviluppo della HMI ha influenzato notevolmente la progettazione di interfacce per i settori consumer e industriali. Per poter garantire un’usabilità fluida ed efficace in un’interfaccia HMI è fondamentale l’utilizzo di hardware, come schede e processori, che abbiano una potenza adeguata per una funzionalità ottimale del device. I clienti finali, che siano utenti di uno smartphone o operatori di un macchinario industriale, desiderano infatti un servizio o prodotto che sia veloce, intuitivo e semplice, quasi naturale, da utilizzare

HMI nel settore industriale

A livello industriale, ad oggi, le interfacce HMI riguardano principalmente le tecnologie touch e si possono applicare a diverse necessità: da un semplice schermo che un operaio utilizza per comandare un macchinario a sistemi più complessi per agire sull’intera linea di produzione. Grazie alla loro affidabilità nel processare informazioni e dati, le HMI sono diventate fondamentali nel processo di decision-making delle aziende. I settori industriali che maggiormente hanno integrato interfacce HMI innovative sono l’industria automotive, quella farmaceutica, i trasporti e il settore energetico ed idrico. Nel campo dell’automazione industriale, le HMI svolgono inoltre un ruolo fondamentale. Si pensi, ad esempio, ad una linea di produzione farmaceutica dove l’operatore non è fisicamente presente per evitare contaminazioni o rischi biologici. Grazie ad un’interfaccia HMI il macchinario può essere comandato, ma soprattutto monitorato, a distanza senza la presenza fisica dell’operaio. 

Come per tutte le tecnologie, i punti di forza di un HMI devono essere usabilità, flessibilità, velocità e sicurezza. Una Human Machine Interface deve essere semplice da usare, modificabile se necessario, veloce nello svolgere le azioni richieste e sicura.

HMI: dal touch alla mente 

L’evoluzione tecnologica della HMI non si ferma al touch. Dall’era di “Hands & Touch”, dove il comando era prima dato con un bottone da cliccare e ora con il semplice tocco, si passerà all’era di “Mind & Body”, dove sarà il nostro corpo l’interfaccia e la nostra mente guiderà le azioni. Serviranno dunque interfacce più immersive e smart

Tra i vantaggi di un’interfaccia più immersiva c’è l’opportunità di offrire un’esperienza più coinvolgente, personalizzata, emozionale e interattiva dove l’utente è un soggetto partecipe di quell’esperienza, prodotto o servizio. Se per Ray Kurzweil, Director of Engineering di Google, il futuro dell’interfaccia uomo-macchina ci porterà ad avere un back della nostra mente nel mondo virtuale, altri scenari futuristici immaginano uno scambio virtuale di pensieri tra uomo-uomo e informazioni e comandi tra uomo e macchina. 

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